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giovedì 23 gennaio 2014

Mestruo e fiamme! Mestruo e fiamme! Lo sguardo di Satana – Carrie

Quando ero alle superiori, avevo una compagna che aveva due cose in abbondanza: le tette e la repressività del padre. Lui non voleva che lei uscisse e frequentasse ragazzi, quindi lei, a ogni minima occasione, faceva “l’amichevole”.
Quello che il padre della mia compagna e i fautori del proibizionismo non hanno capito, è qualcosa che ogni spacciatore e donna a dieta conoscono alla perfezione: proibire qualcosa è il modo migliore per fartela desiderare fortissimamente.
Carrie ha una madre pazza e iper-puritana che non vuole che lei sia come le altre ragazzine (leggi zoccola), Carrie invece non vorrebbe altro che essere uguale a loro.
Ma andiamo con ordine.
Siccome lo sanno anche i muri che prima di questo Carrie c’è il Carrie del 1976 di De Palma, leviamoci subito il dente: quello vecchio è meglio. Ma anche la versione odierna malaccio non è.
Il film inizia con una sequenza che ti fa venire voglia di devolvere il 5 per mille ai colossi farmaceutici (loro, quelli che in cambio dello stomaco e del fegato ti danno sollievo dal dolore): la madre pazza, la meravigliosa-anche-coi-capelli-crespi Julianne Moore, sta partorendo in casa Carrie. Appena la pagnottina esce dal forno, lei brandisce le forbici e tenta di ucciderla, perché Dio lo vuole.
Carrie cresce diventando una specie di paria del liceo, nonostante la madre le cucia camicie a quadri e salopette (con un abbigliamento simile in Italia sarebbe già a capo di una start-up). Crescendo, invece di diventare Sissy Spacek, si trasforma in Chloe Grace Moretz. E qui c’è il primo problema del film: è bellina in modo canonico. La Spacek invece ha la faccia che avrebbe la figlia di E.T. e Kate Moss, se solo loro due decidessero di accoppiarsi. Quando De Palma era indeciso se affidarle o meno il ruolo, lei si è passata la vaselina tra i capelli, non si è lavata e si è presentata con un vestito che le aveva cucito la madre in seconda media. Ah, e si è fatta seppellire per girare la scena finale. È evidente che non c’è gara.
Sissy senza vaselina.
 
Tutti deridono Carrie. Dopo una lezione di ginnastica, quando è sotto le docce, le arrivano le mestruazioni. La poveretta non sa cosa siano, pensa di essere sul punto di morire e inizia a disperarsi, mentre le compagne la prendono in giro tirandole tampax e filmando il tutto per poi metterlo online.
Carrie, tesoro mio dolce, a te col ciclo sono arrivati i poteri di telecinesi, a me solo dei fianchi più larghi. Io avrei dovuto piangere, non tu.
Comunque, visto il comportamento stronzissimo delle compagne, l’insegnante di ginnastica, la brava Judy Greer (una che ne sa parecchio di popolarità, ascesa e fango, visto che faceva la sfigata nel meraviglioso “Amiche cattive”), mette le ragazzine in punizione. Prima però, ci regala insieme al preside della scuola l’episodio pilota della prossima serie di Dmax, “Man vs Mestruazioni”: lui sbuffa, suda, è imbarazzato e non riesce manco a pronunciare la parola “assorbente”.
Torniamo alle compagne di classe. Chris, quella che ha messo online il filmato e che per questo è stata espulsa ed esclusa dal ballo, decide di vendicarsi. Insieme al fidanzato uccide un maiale, ne raccoglie il sangue e, invece di prepararci un sanguinaccio, lo mette in un secchio che, la sera del ballo, farà cadere addosso a Carrie.
Sue invece si pente, e qui c’è la grande innovazione del film: è bionda! Per la prima volta quella buona è bionda, e non una qualsiasi sfumatura che va dal castano chiaro al nero corvino! 
Sue, quella buona. C'è ampiamente di che odiarla.
Così Sue, per espiare, obbliga il suo fidanzato a portare Carrie al ballo. Carrie accetta, si cuce il vestito, litiga con la madre che non vuole mandarla, chiude la madre nello sgabuzzino grazie ai superpoteri, e va al ballo. Il maiale fa il suo porco lavoro, e a quel punto – finalmente – Carrie si incazza di brutto. Lo so, vi ho praticamente detto tutto, a voi non resta che vederlo per ammirare come la vendetta della protagonista si scateni su qualunque cosa. Forse si scatena anche un po’ troppo, perché con tutte le mosse che la Moretz fa ogni volta che usa i poteri, il film sembra a tratti una partita a
Mortal Kombat. Comunque, se io avessi il dono della telecinesi, lo userei solo per scopi benefici. Tipo spostarmi il grasso dal culo alle tette.