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martedì 26 giugno 2012

Da "cozza" a "cazzo!"



Che il liceo sia quel lasso di tempo scandito da una serie infinita di traumi lo sappiamo, oltre che dai film americani, perché ci siamo passati tutti. Il mio primo giorno di ginnasio mi scambiarono per un maschio. Va detto che all’epoca ero un incrocio tra E.T. e Valderrama, con altezza, fisico e felpe del primo, e capelli del secondo.
Poi per fortuna a noi ragazze accade l’adolescenza, che fa quello che la tettonica a zolle fece alla Pangea, ossia separa le tette dalla pancia e il culo dalle ginocchia, e a quel punto forse la vita non ci sorride, ma se non altro non ci guarda imbarazzata dal suo armadietto vicino all’aula di chimica. Perché siamo diventate sdraiabili. E quella scossetta che si sente quando ti accorgi di essere diventata figa e di piacere a qualcuno è la droga più potente del pianeta. Che gli sceneggiatori hanno sapientemente sintetizzato nei chick flick “Prima & Dopo”. La base è immutabile: la protagonista racchia diventa bella, e da lì prendono il via una serie di eventi.
Dite che è banale e semplicistico? Ma perché io devo iniziare la giornata insultandovi? È aspirazionale. A me il prima & dopo mi riempie di speranza. Mi fa credere che un giorno risolveremo il problema della fame nel mondo e che inventeremo il teletrasporto. Ogni volta che vedo “Il diavolo veste Prada”, quando la macchina da presa inquadra Andy, la protagonista, dalla punta dei meravigliosi stivali a quella frangetta perfettamente tagliata, io arrivo a pensare addirittura che magari – magari – un giorno per un abito di Miu Miu non sarà necessaria un’ipoteca.
Dite che non è credibile perché quella che in tempo-donna è una trasformazione di anni, in tempo-CF va dall’oggi al domani? Ok. Quindi? Non sarebbe la figata della vita andare a dormire roito e svegliarsi topa semplicemente facendo una ceretta, due maschere al viso e mettendo le lenti a contatto? Non succede nella realtà, me lo volete togliere pure dai CF? Ma tu guarda questi, oh.
Dite che il prima & dopo non è un vero cambiamento perché le protagoniste non sono mai delle brutte vere? Sì, qui avete un po’ ragione. Sono sempre delle fighe in incognito, delle Carmen Sandiego della bellezza, che ti portano a dubitare fortissimamente delle capacità professionali dell’oculista del protagonista. Però la produzione di un film dura qualche settimana, non 5 anni, suvvia.
Dite che sono sempre magre? Ovvio. I denti storti si curano. Il culo grosso no, sennò sarebbero dei “prima & dopo Lourdes”.
Ora però vi dico io qualcosa:

-“Il diavolo veste Prada”, che se esistesse una Walk of Fame dei prima & dopo, avrebbe la stella più grande. Quei vestiti. Mado’ quei vestiti. E quella sequenza iniziale meriterebbe l’oscar da sola.
-“Come tu mi vuoi”, una gemma italica, ambientata niente popò di meno che nella facoltà di Scienze della Comunicazione, permettendo quindi la più diffusa identificazione nella protagonista che si sia mai avuta dalla nascita del cinema ai giorni nostri.
-“Kiss me”, anche se lei a parer mio è figa pure nel prima. Qui siamo in un liceo, con un prom (il ballo di fine anno scolastico) di mezzo. Lo state già scaricando, vero?
-“L’uomo perfetto”, sempre dall’Italia e ambientato nel mondo delle agenzie di pubblicità. Qui la metamorfosi è maschile, ed è Scamarcio. Lo state già scaricando, vero?
-“Carrie lo sguardo di Satana”, l’altra faccia del prom. Sì, lo so, è un horror. Qualcosa da ridire?
-“Sabrina”. E Billy Wilder sarebbe fiero di essere in questo elenco.
-“Giù le mani da mia figlia”, che incarna l’incubo di ogni padre, ossia ritrovarsi una figlia figa, sapendo in prima persona fino a che punto può spingersi un maschio pur di fare sesso.

Questi sono un’ottima base. E ora scusatemi, la mia maschera al miele mi sta aspettando.

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