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giovedì 14 giugno 2012

E figuriamoci se li odiava. The Loved Ones.


“The loved ones” è la perfezione! Lola Stone, io ti amo! Oscar, Oscar!
Ah, vi paiono commenti troppo emotivi? Peccato: we can' hear youuu! (Per capire la citazione dovete aver visto il film. E se non l'avete ancora fatto, vi guardo dall'alto in basso. E farvi guardare dall'alto in basso da una che non arriva ai 160 centimetri è umiliante, eh. Poi fate vobis.)
Si, insomma: a me quest'horror made in Australia è piaciuto parecchio. Perché mentre ridi, ti copri gli occhi per non vedere cervelli perforati. E alla fine non sai da che parte stare, o meglio: ti identifichi alternativamente con tutti i personaggi. Parteggi per la povera Lola, che in quanto bruttina - e matta come un cavallo - viene respinta dal ragazzo dei suoi sogni, e anziché chiudersi in camera a piangere e lamentarsi sul suo blog decide di rapire il suo bello e torturarlo a morte. Parteggi per il padre di Lola, suo complice nel massacro poiché segretamente innamorato della figlia - e si, poiché matto come un cavallo anche lui. E parteggi anche per il povero disgraziato che si rifiuta di portare Lola al ballo e viene per questo punito con una trapanata in fronte.
"The loved ones" non fa certo il timido con lo spettatore: mette in bella mostra tutto, dal rapporto perverso tra padre e figlia al sangue adolescenziale versato a fiotti. E' un film che mi assumo la responsabilità di definire onesto. Perché suvvia, Lola mette semplicemente in pratica ciò che ogni ragazzetta ha sognato di fare: trovarsi tete-a-tete con Mr Liceo e avere il coltello dalla parte del manico. Più o meno letteralmente.
Unico effetto collaterale: da oggi in poi ogni volta che ascolterete questo pezzo innocente, non potrete fare a meno di guardare con sospetto la prima cozza che vi passa accanto.

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