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martedì 12 giugno 2012

It's my 16th party and I'll answer sex quiz/give my panties/fall in love if I want to.



Se Suor Maria Von Trapp avesse visto “Sixteen Candles. Un compleanno da ricordare”, non avrebbe mai cinguettato amabilmente che 15 anni, quasi 16, è la più bella età.
In questo capolavoro di John Hughes – che per quanto ci riguarda sta ai chick flicks come Dio sta alla Bibbia, in sostanza ha inventato il genere – incontriamo Samantha, detta Sam, proprio nel giorno fatidico in cui compie 16 anni. Sam è normale: non è una Figa Che Non Ti Aspetti, non è la classica ragazza che si toglie gli occhiali e diventa Miss Universo, via l’apparecchio ed ecco Jenna Jameson. Sam è noi: è carina, probabilmente anche a lei viene il brufolo sul mento con il ciclo, e quando piove i capelli le diventano crespi. Quella bellezza che a ogni dettaglio che noti guadagna punti, come per i premi dei benzinai.
Il giorno del suo compleanno tutti pensano al matrimonio di sua sorella, e nessuno le fa gli auguri, nemmeno la madre. Avesse almeno una vita amorosa piena e appagante. E no, perché a Sam non piace un figo, ma IL figo, Jake: bello, ricco, nemmeno tanto scemo e fuorissimo portata. E che sta con una la cui stronzaggine è direttamente proporzionale alle tette e alla biondezza. Samantha ha anche uno spasimante, uno sfigato del primo anno che naturalmente non le piace, perché quando mai a 16 anni è il ragazzo giusto a venirti dietro?
Comunque lei quel giorno fa uno di quei test intelligenti che girano in classe, con domande esistenziali come “chi ti faresti”. Lei risponde, e Jake intercetta il foglio. Qui avviene il miracolo che non succede mai nella vita reale: lui la nota. E inizia a fare domande in giro manco fosse un centralinista della Doxa, chiede pure allo sfigato del primo anno, che gli fa capire che grande cuore abbia Sam con un discorso sulle mutande. E questo film conferma che per avere certi elogi da un uomo, quelle te le devi sfilare.
Arriviamo a una festa. E qui ci fermiamo perché non vogliamo dirvi come va a finire, anche se il fatto che si intitoli “Un compleanno da ricordare” e non “Un compleanno demmerda” qualcosa vorrà dire.
Guardatevelo, perché merita come poco altro. Zittite chi vi squadra dall’alto in basso dicendo che è un film da femmine rispondendo “Oh! Ma non lo sai? È stato praticamente il debutto di John Cusack!” (“Tu che ancora te la meni con le classifiche di “Alta Fedeltà””. Ma questo pensatelo e basta). E guardatevelo perché così, la prossima volta che vedrete un red carpet dove si aggirano attori che frequentano “showgirl” italiane per confermare la propria omosessualità, pure voi potrete disperarvi uggiolando perché Michael Schoeffling, l’interprete di Jake, ci ha abbandonato e si è messo a fare il falegname.

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