Translate

lunedì 19 novembre 2012

Ma è un gatto con la pipa! Shining.


C’è questo spot, che io considero un capolavoro per vari motivi: primo fra tutti, per il fatto che nonostante lo abbia visto una cinquantina di volte riesce ancora a farmi ridere come il dr. Hibbert dei Simpson. Si tratta dello spot per un festival di cinema indipendente di Buenos Aires, e insomma guardatevelo:


Ecco io, quando si parla di Shining, mi sento esattamente così: come quello che guarda il gatto, poi guarda gli altri in lacrime, poi riguarda il gatto, e non capisce se a essere coglione è lui o il resto del mondo.
Ora, siccome già mi vedo orde di studenti del DAMS che organizzano pulmini Bologna-Milano per venire a picchiarmi – abbandonando così le loro abituali occupazioni quali fumare, pogare all’Estragon e chiedere spicci in via Zamboni - cercherò di spiegare meglio il mio punto di vista.
A me Shining, nel complesso, non è che dispiaccia. Ovviamente ha una regia spettacolare, interpreti pazzeschi, trama interessante. Insomma, come film è un gran bel film. È come horror, che mi lascia annichilita. Voglio dire: ma l’horror, qua, dove lo vedete? Non è che basta mostrare un po’ di sangue – ok, un bel po’ di sangue – per rientrare nella categoria, eh. Si, l’ascensore si apre e riversa litri di vernice rossa nel corridoio…e quindi?
“Eh, ma - dicono - non è tanto quello che si vede, è l’atmosfera a essere super inquietante ecc. ecc.”. E io, di nuovo, mi ritrovo a fissare un gatto con la pipa.
Questa atmosfera inquietante, in quali fattori dovrei trovarla, di preciso? Analizziamo.

   
Inquietudine da Jack Torrence&Co.
 

Seriamente: vi stupisce il fatto che Jack vada fuori di testa? Abbiamo un marito scrittore fallito, una moglie succube e un figlio che parla col proprio indice: e vogliamo dare la colpa al cimitero indiano, se le cose vanno a finire male?
No, la vostra paura non può chiaramente derivare da un colpo di scena. Anche perché oh, non dimentichiamoci la faccenda dell’ultimo guardiano, spoilerata prima ancora che la famiglia tolga i bagagli dall’auto: nella prima mezzora, non solo sappiamo già di trovarci di fronte a un terzetto psicologicamente instabile, ma sappiamo anche che in quell’albergo si finisce per massacrare i propri consanguinei. Quindi…tecnicamente…durante il film non facciamo altro che aspettare qualcosa che di sicuro avverrà? Uhm. Si: son cose davvero inquietanti, le certezze.

Inquientudine da gemelline

Si, sono morte. Si, sono apparizioni paranormali. Si, vogliono che Danny vada a giocare con loro per sempre. Ma che diamine, sono solo due bambine che si tengono per mano! Cosa c’è che vi sconvolge tanto, premesso che siamo all’interno di un albergo diabolico e che sappiamo che il marmocchio ha una vista particolarmente ricettiva per queste cose? È una semplice citazione, per altro di una delle fotografe più amate dai soliti studenti del DAMS. E, soprattutto: queste due non fanno un cazzo. Si limitano ad apparire. Non urlano, non cercano di uccidere, non devastano, non fanno niente che non sia starsene in mezzo al corridoio. Beh, scusate, ma io da un fantasma esigo, in assenza di un aspetto terrificante, quanto meno delle azioni che non ti aspetteresti anche da Gandhi.


Inquietudine da location
Vabbè, qua alzo le mani. Magari dove vivete voi l’idea di trascorrere mesi su una montagna innevata, con una dispensa stracolma di ogni ben di dio, in santa pace e senza nessuno che vi fracassi le palle dalla mattina alla sera può sembrare qualcosa di poco auspicabile. Viceversa, vivendo a Milano, io mi imbatto quotidianamente in inquinamento atmosferico, inquinamento acustico e inquinamento antropologico, a livelli tali che alle 9.30 arrivo al lavoro già con l’ascia in mano. Altro che Jack e il suo “Wendy I’m homeee!”. Per cui, questa inquietudine da claustrofobia io non posso proprio capirla: a me quel posto pare molto simile al paradiso. Al paradiso nella giornata di blocco del traffico, che è il massimo che posso dire

Però ecco, alla fine di tutto, devo ammettere una cosa: forse la mia visione di Shining è un po’ influenzata da un dettaglio. 


Che Danny si ritrova una faccetta da cazzo che ti mette voglia di massacrarlo nei primi dieci minuti di film. Quel marmocchio saccente, psicolabile e luccicante.

1 commento:

  1. sei un grande. mentre venero come te lo spot del gatto, non sono d'accordo sulla tua opinione di shining. ma poco importa:ogni tanto ci vuole qualcuno che dice che il re è nudo, e tanto kubrick come regista quanto shining come film sono decisamente sopravvalutati. amen.

    RispondiElimina