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lunedì 8 aprile 2013

Senza cerchietto la stessa non sei più. Blair Waldorf vs Leighton Meester.

Nella vita, se Dio vuole, tutto scorre. Altrimenti io non sarei qui a scrivere e voi non sareste qui a leggere: avremmo tutti allegramente imitato Mr Cobain prima ancora di arrivare all'esame di maturità.
Ci sono tuttavia due-tre decisioni, che segnano l'intero corso della nostra esistenza e da cui è difficile, se non impossibile, tornare indietro. Decisioni che stipulano legami di ferro e che trasformano qualcun altro nel nostro sidecar personale: la decisione di sposarsi, la decisione di mettere al mondo un figlio e la decisione di interpretare un personaggio di una serie TV. Serie TV che, se proprio vi dice male, avrà un successo planetario.
Non devo starvi a spiegare il perché: Alexis Bledel per noi sarà sempre e solo Rory Gilmore; Shannon Doherty potrà fare tutti gli shooting osé del mondo, ma resterà Brenda Walsh finché campa. E per tutti i dettagli sulla "Maledizione Dawson", andatevi a riguardare James Van Der Beek in Don't trust the bitch in Apartment 23.
Ogni attore invischiato in un serial conosce benissimo il destino a cui va incontro. Tuttavia, arrivato in genere alla terza stagione, si ritrova a dire a se stesso "Hey, devo battere il ferro finché è caldo! Potrei raddoppiare il mio conto in banca, se ci provassi anche col cinema!". E in genere dicendosi queste cose pensa alla carriera di Jennifer Aniston. Ora, se il povero attore non avesse accanto a sé un agente succhia-soldi ma un vero amico, arriverebbe forse a capire che la carriera di Jennifer Aniston è una merda. Ma gli attori americani devono essere le persone più sole al mondo, ed è così che ci ritroviamo sullo schermo film come "The Roommate" e "Scusa ma mi piace tuo padre"

Ecco, qui vorrei aprire una parentesi: dovete capire che alle spalle di chi scrive ci sono anni di Gossip Girl - guardato per due uniche ragioni, fifty-fifty: Chuck Bass e gli outfit di Blair Waldorf. Per cui, si: ero consapevole che le pellicole citate si sarebbero rivelate una delusione. Ma no: ciò non è bastato a dissuadermi dallo streaming, ché magari ci scappava un cerchietto carino o una gonna di Stella McCartney. Invece niente: ho imparato a mie spese che è inutile cercare la Blair nella Leighton.
E adesso vediamo nel dettaglio come Miss Meester è riuscita a fallire tanto nel thriller quanto nel chick flick.

"The Roommate" 


Allora, l'avete visto "Inserzione pericolosa"? Non accetto "No" come risposta. L'ABC della pazzia femminile è dato dalla triade "Inserzione pericolosa" (pazzia da amica), "Attrazione fatale" (pazzia da amante) e "La mano sulla culla" (pazzia da madre). Se volete frequentare una donna e sperare di uscirne vivi, vi conviene imparare a memoria questi tre cult.
Ad ogni modo: "The Roommate" È "Inserzione pericolosa". Scena per scena: se là c'era il cane, qui c'è il gatto; se là eravamo a NY, qui siamo a L.A. E se là guardavano un bellissimo thriller, qui no.
In sintesi, Leighton è un'universitaria squilibrata che sviluppa un'ossessione verso la propria compagna di stanza, e cerca di eliminare chiunque possa ostacolare la loro amicizia. Fine. Notare la totale assenza di stile da Upper Est Side, sebbene entrambe le protagoniste studino fashion design: oltre al danno, la beffa.
 

"Scusa ma mi piace tuo padre" 
La sensazione predominante che si prova guardando questa commedia romantica è questa:


Ovvero: disagio da linguaggio cinematografico errato. Dalla trama di "Scusa ma mi piace tuo padre" poteva nascere un film drammatico da Oscar, di quelli che vi fanno piangere per ore e odiare la vita per settimane; invece è nata una commedia senza senso, che vi farà odiare la decisione di aver premuto Play.
In pratica, Leighton è l'ex miglior amica della protagonista; le due si sono allontanate crescendo, poiché l'una è timida e grassa e l'altra, appunto, è Leighton Meester. Arriviamo agli anni del college: la protagonista brutta vive ancora con i suoi, la protagonista bella torna a casa per il Ringraziamento. Rivede il padre della brutta, si innamora, lo seduce, distrugge completamente la famiglia dell'ex amica. Non c'è lieto fine. 

Ora, ditemi voi dove sarebbe la commedia. Certo è possibile, interessante e arguto, l'esperimento di prendere un dramma e raccontarlo con ironia. Se siete Woody Allen, però. Altrimenti, se state girando questo film solo perché è il momento d'oro di Blair Waldorf, sarebbe meglio restare sul tradizionale, smarmellare e sperare i fan di Gossip Girl siano così cretini da pagare il biglietto.

Ah, e naturalmente anche qui lo stylist doveva essere Bocelli: diciamo solo che mi auguro vi piacciano i maglioni monocromatici e sformati, perché per un'ora e mezzo saranno gli unici indumenti che vedrete.

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