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mercoledì 11 luglio 2012

Meglio cambiare quartiere. Notting Hill.





Notting Hill, how do I hate thee? Let me count the ways. Sì, perché a me ‘sto film non va proprio giù.


Anzitutto c’è Julia Roberts. Basterebbe questo, a parer mio. E va bene che la cavallona ha recitato, e benissimo, in “Pretty Woman” e “Il matrimonio del mio migliore amico”, che io adoro, però questo non vuol dire che noi si debba continuare a sopportare inquadrature su inquadrature delle sue otturazioni. Julia, se proprio vuoi far vedere a tutti che ogni anno spendi dal dentista l’equivalente del debito di un paese africano, ci sono luoghi più adatti dello schermo di un cinema. Toh http://www.fdicongress.org/. Se puoi riportami l’accappatoio dall’albergo, grazie.
When you say nothing at all. Ogni volta che la sento ho voglia di chiamare Sharon Stone e implorarla di usare il punteruolo contro i miei timpani. Non la disprezzo per snobismo, sia chiaro: io avevo 15 anni quando i TT si sciolsero (non sapete per cosa sta TT? Ma campate ancora?), ed ero a S.Siro lo scorso luglio quando hanno fatto il concerto della vita e ho urlato il mio amore adolescenziale a Jason e Howard, e ho cantato con tutta la mia anima Back for good. Io la disprezzo perché mi fa proprio vomitare.
Witticism. Or lack thereof. Quel misto di arguzia e intelligenza che gli inglesi sembrano avere nel codice genetico e che probabilmente gli passano fin da piccoli col porridge. Ecco. Qui è moscissimo. E la cosa mi fa incazzare, perché lo sceneggiatore è il britannicissimo Richard Curtis, Cristo santo! L’uomo dietro Mr. Bean. 4 matrimoni e un funerale. Bridget Jones. Richard, non eri ubriaco mentre scrivevi?
I vestiti. Non si può fare un chick flick senza infilarci almeno una mise degna di nota. Una, non cento. Non voglio “il diavolo veste Prada”, ma manco “Ladri di biciclette”.
124 minuti. 1-2-4 minuti per un plot che si potrebbe risolvere in 40. Rivoglio la vita che ho perso mentre lo guardavo.
Il potenziale sprecato del plot: la persona comune che incontra e corona il sogno d’amore col vip. Richard. Noi bambine iniziamo a sognare di accoppiarci con i personaggi famosi più o meno a 7 anni e 4 mesi. Io incontro Jude Law almeno una volta a settimana, per dire (il fatto che incontri uno con quel cv amoroso, quando in giro ci sono ottimi fighi e partner fedeli tipo Brad Pitt, la dice lunghissima sulla mia totale e irrimediabile incapacità di giudizio quando si tratta di uomini. Qualcuno mi salvi da me stessa). Dicevo, lo facciamo di continuo, e con ricami di sceneggiatura che tu ti sogni. Per tutta la vita rimane uno dei 2 desideri fissi da chiedere a geni e fate turchine. Il secondo è cancellare il grasso da ogni cellula del nostro corpo. Un po’ di sforzo in più, che diamine!
Però. Siccome sono buona, aggiungo i 4 motivi per cui non fa totalmente schifo.
Rhys Ifans che si guarda le chiappe allo specchio. Oh, mi fa ridere, sarò un animo semplice.
Cavalli e segugi. Probabilmente la migliore – se non unica – gag del film.
Hugh Grant. È vero, fa come sempre l’imbranato, mentre lui secondo me rende meglio come stronzo, quale è la sua vera natura, tipo in Bridget Jones. Ma io lo amo dal 1994, prostitute o meno. E continuerò a farlo.
Londra. Lo dice Cesare Cremonini, amiamo l’Inghilterra; lo dice il fatto che quando inizi a farfugliare di voler vivere all’estero, il primo estero che nomini è sempre lei. Non mi importa  che dopo questo film siano iniziati i pellegrinaggi a Portobello e le foto brutte delle sue casette colorate (tossisce imbarazzata). Londra val bene tutto, anche 1000 brutti film.

4 commenti:

  1. Sí peró Ronan Keating era nei Boyzone, mica nei TT.

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  2. Appunto. Se devi usare una boy band, che sia la migliore di tutti i tempi :)

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  3. No, non erano male, soprattutto se paragonati a gruppi come gli Ultra :D

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