Il motivo? La complessità della logica umana. Per farla breve trailer, locandina e cast sono stati plasmati apposta per far scaturire nel potenziale spettatore un flusso di coscienza di questo tipo:
Fase A: “No, vabbè…ma c’è Hermione che fa la sexy?! Non scherziamo, dai. E poi, cos’è questa locandina
in stile indie for dummies? Mi ricorda tanto quei filmetti alla “Garden State”…che dio ce ne scampi e liberi! …senza contare che “Noi siamo
infinito” suona assolutamente plausibile come titolo del prossimo best seller della
Tamaro.
Deciso: col cazzo che me lo guardo. Un biglietto per “Die Hard”, grazie”.
Deciso: col cazzo che me lo guardo. Un biglietto per “Die Hard”, grazie”.
Fase B: “Beh, però…mica è
giusto bollare per sempre un attore solo per il suo ruolo da enfant prodige.
Cioè, guarda le sorelle Olsen, Macaulay Culkin, Lindsay Lohan,
Jodie Foster! E poi, se mi fossi fermata al titolo italiano, quando mai sarei
andata a vedere una roba chiamata “Se mi lasci ti cancello”? Diciamocelo: anche
quello della locandina è un discorso del cavolo.
Vuoi vedere che alla fine può
essere un bel film…? Un biglietto per “Noi siamo infinito”, grazie!”.
Ed è così che questo film ci
fotte. Ci attira in sala per senso di colpa, solo per dimostrarci che il
concetto di “pregiudizio” è parecchio sottovalutato.
Due righe sulla trama: adolescente
sociopatico, con un bagaglio di traumi infantili tale far leccare le labbra a
Raffaele Morelli, approda alla scuola superiore. Fa amicizia con Hermione e
Kevin e scopre che la vita può anche essere bella.
Non starò a commentare.
Al contrario, per
punzecchiare in modo diretto il vostro spirito critico, ecco un elenco di
citazioni tratte da questi 100 e più minuti di tortura:
“Il primo anno (alle
superiori) non è facile, ma vedrai che troverai te stesso”.
“Amo gli Smiths! Perfetti per
quando ti lasci”.
“Io non sono bulimica: sono
bulimista. Io amo la bulimia!”.
“Mary Elizabeth è molto
interessante, perché è buddista e punk”.
“Mi sento infinito”.
“Accettiamo l’amore che
pensiamo di meritare”. Nota: questo è il pezzo forte, lo ripetono più volte.
“E’ quasi il nostro secondo
anniversario settimanale!”.
“Sono andata a letto con
ragazzi che mi trattavano da schifo e mi facevo di brutto”. Nota: ma sei Hermione, cristo santissimo!
“Non possiamo scegliere da
dove arriviamo, ma possiamo scegliere da dove andare da lì in poi”.
Nella diapositiva: una ricercata metafora della libertà. |
Che dire, se avete continuato
a leggere fin qui dovete avere davvero un gran pelo sullo stomaco. Ma
tranquilli, ora vi dò il colpo di
grazia: i tre protagonisti, tanto indie e tanto sofisticati in materia musicale,
sentono una canzone alla radio durante una memorabile serata che cementerà per
sempre la loro amicizia bla bla bla. La canzone è molto bella, ma nessuno di
loro la conosce. E ci mettono un’ora e mezza di film – equivalente a un intero
anno scolastico – per risalire a nome e autore del pezzo.
Si trattava di “Heroes”.
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