Quando
avevo 8 anni mi incazzavo da morire perché mia nonna monopolizzava la tv, e
invece di farmi vedere i miei strameritati maledettissimi cartoni dopo una dura
giornata di scuola, piazzava su Canale 5 e mi faceva sorbettare Agenzia
Matrimoniale. Tra l’altro io all’epoca ero disperata, perché nella ricerca di
modelli di ruolo con il mio nome, saltava fuori solo questa – all’epoca –
quarantenne scialba e maritata a Costanzo, ossia la conduttrice del programma. Comunque,
il suo compito era far incontrare e – presumibilmente – convolare a giuste
nozze uomini e donne di mezza età.
Il
fare le ruffiane ce l’abbiano nel dna, vuoi perché ci piace vedere gente felice
intorno a noi, vuoi perché farci i cazzi nostri e basta proprio no, giammai. E
Cher non è da meno, anche perché è la versione attualizzata della peggio
ruffiana della letteratura. Lo sapete di chi sto parlando, vero? Esatto, Emma.
Ora, posso io non amare Amy Heckerling, sceneggiatrice/regista, che ha portato
sullo schermo la versione moderna di uno dei romanzi della mia autrice
preferita? Io amo Jane Austen. Amo Orgoglio e Pregiudizio al di sopra di ogni
cosa (se la gioca con Cime Tempestose, e anche se di pochissimo, vince
Elizabeth), ho smesso di contare le volte in cui l’ho letto, alla base del
romanzo c’è probabilmente il plot più saccheggiato dalle commedie rosa di ogni
epoca, ossia lei e lui si odiano, si punzecchiano, ma poi finiscono insieme. Ma
qui parliamo di Emma. Che è bellissimo comunque. Poteva venirne fuori un brutto
film? Appunto.
Cher
è una liceale ricca. La seguiamo mentre fa la sua vita, va alle feste, tenta di
far fidanzare amiche, incontra ragazzi e si innamora. Ve l’ho detto, Emma ma
con gonne di una lunghezza normale. Più o meno.
Ma
c’è altro. C’è il nome della protagonista, per dire. Cher. Ispirato proprio a
quella Cher là. Che dovrebbe essere materia d’esame secondo me. In una puntata
di Will & Grace, Jack sogna il Paradiso, dove Cher interpreta Dio, e gli
angeli sono dei cowboy a torso nudo. E io la penso come lui. Ho ripetuto il
nome Cher 4 volte in 4 righe. Lo so, si chiama ossessione.
C’è
Jeremy Sisto, ossia Elton, ossia il caro amico di Cher. E niente, mi chiedo
perché io non ho un caro amico così. Bello, ricco, e che all’occorrenza tenta
di infilarmi la lingua in bocca.
Ci
sono i vestiti/1. Quelli di Azzedine Alaïa. Non sapete chi è?
Andate a nascondervi dietro una copia di Vogue, va’.
Ci
sono i vestiti/2. Cher si veste come io mi sarei voluta vestire all’epoca (e a
tratti tutt’ora): microgonne, parigine e scarpe bebè. Fa Lolita? Un po’. Fa
anche molto Non è la rai. Ma ho forse mai detto di non amare Non è la rai?
Ci
sono i vestiti/3. Cher possiede l’invenzione che, avessi fatto una facoltà
seria tipo ingegneria, sarebbe stata l’oggetto della mia tesi di laurea. Il “Mix
& Match” (che io chiamo così non avendo un nome riconosciuto), il programma
che cataloga tutti i suoi vestiti e accessori, e li combina per creare
abbinamenti perfetti. Un’invenzione che, insieme a “Traduci & Scrivi” per
le versioni e “Ordina e Rifà il letto” per la camera, renderebbe quasi felice
l’adolescenza di chiunque.
Quasi,
perché per renderla davvero felice, servirebbe “Conquista e Spezzagli il
cuore”.
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