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lunedì 30 luglio 2012

90210 ma senza i vestiti brutti. Ragazze a Beverly Hills.


Quando avevo 8 anni mi incazzavo da morire perché mia nonna monopolizzava la tv, e invece di farmi vedere i miei strameritati maledettissimi cartoni dopo una dura giornata di scuola, piazzava su Canale 5 e mi faceva sorbettare Agenzia Matrimoniale. Tra l’altro io all’epoca ero disperata, perché nella ricerca di modelli di ruolo con il mio nome, saltava fuori solo questa – all’epoca – quarantenne scialba e maritata a Costanzo, ossia la conduttrice del programma. Comunque, il suo compito era far incontrare e – presumibilmente – convolare a giuste nozze uomini e donne di mezza età.
Il fare le ruffiane ce l’abbiano nel dna, vuoi perché ci piace vedere gente felice intorno a noi, vuoi perché farci i cazzi nostri e basta proprio no, giammai. E Cher non è da meno, anche perché è la versione attualizzata della peggio ruffiana della letteratura. Lo sapete di chi sto parlando, vero? Esatto, Emma. Ora, posso io non amare Amy Heckerling, sceneggiatrice/regista, che ha portato sullo schermo la versione moderna di uno dei romanzi della mia autrice preferita? Io amo Jane Austen. Amo Orgoglio e Pregiudizio al di sopra di ogni cosa (se la gioca con Cime Tempestose, e anche se di pochissimo, vince Elizabeth), ho smesso di contare le volte in cui l’ho letto, alla base del romanzo c’è probabilmente il plot più saccheggiato dalle commedie rosa di ogni epoca, ossia lei e lui si odiano, si punzecchiano, ma poi finiscono insieme. Ma qui parliamo di Emma. Che è bellissimo comunque. Poteva venirne fuori un brutto film? Appunto.
Cher è una liceale ricca. La seguiamo mentre fa la sua vita, va alle feste, tenta di far fidanzare amiche, incontra ragazzi e si innamora. Ve l’ho detto, Emma ma con gonne di una lunghezza normale. Più o meno.
Ma c’è altro. C’è il nome della protagonista, per dire. Cher. Ispirato proprio a quella Cher là. Che dovrebbe essere materia d’esame secondo me. In una puntata di Will & Grace, Jack sogna il Paradiso, dove Cher interpreta Dio, e gli angeli sono dei cowboy a torso nudo. E io la penso come lui. Ho ripetuto il nome Cher 4 volte in 4 righe. Lo so, si chiama ossessione.
C’è Jeremy Sisto, ossia Elton, ossia il caro amico di Cher. E niente, mi chiedo perché io non ho un caro amico così. Bello, ricco, e che all’occorrenza tenta di infilarmi la lingua in bocca.
Ci sono i vestiti/1. Quelli di Azzedine Alaïa. Non sapete chi è? Andate a nascondervi dietro una copia di Vogue, va’.
Ci sono i vestiti/2. Cher si veste come io mi sarei voluta vestire all’epoca (e a tratti tutt’ora): microgonne, parigine e scarpe bebè. Fa Lolita? Un po’. Fa anche molto Non è la rai. Ma ho forse mai detto di non amare Non è la rai?
Ci sono i vestiti/3. Cher possiede l’invenzione che, avessi fatto una facoltà seria tipo ingegneria, sarebbe stata l’oggetto della mia tesi di laurea. Il “Mix & Match” (che io chiamo così non avendo un nome riconosciuto), il programma che cataloga tutti i suoi vestiti e accessori, e li combina per creare abbinamenti perfetti. Un’invenzione che, insieme a “Traduci & Scrivi” per le versioni e “Ordina e Rifà il letto” per la camera, renderebbe quasi felice l’adolescenza di chiunque.
Quasi, perché per renderla davvero felice, servirebbe “Conquista e Spezzagli il cuore”.

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