Non so se ve
ne siete mai accorti, ma nel breve lasso di tempo intercorso tra l’infanzia e
la tossicodipendenza Lindsay Lohan in effetti ha fatto qualcosa di buono. Cosa,
direte voi. Mean Girls, vi risponderò io.
Ricordatevi sempre
che il buono e il cattivo sono concetti relativi.
Mean Girls,
dicevamo. Già il titolo lascia intuire dove si andrà a parare: la Lohan è una
liceale disadattata che si trova a dover affrontare un gruppetto di compagne di
scuola, particolarmente stronze. Stronze come si può essere solo sotto i 20
anni, ovvero stronze in modo del tutto gratuito. Parliamo di ragazze che come
passatempo distruggono l’autostima del prossimo, in un’età in cui già l’essere
in possesso di un’autostima vi farebbe farfugliare “Il mio tessoro…”.
Ma io non
sono qui per prendere le difese della Lohan. Io sono qui per celebrare l’apologia
del bullismo femminile. Incarnato dalla bionda figura di Regina George: l’ape
regina, la Barbie che i vostri genitori non vi hanno mai comprato, il Male
fatto adolescente. Fuor di finzione, la Rachel McAdams che ruba completamente la scena all’insulsa Lindsay.
Perché apologia?
Non nascondiamoci dietro a un dito, di fucsia o nero smaltato. Il presupposto “Tutte,
alle superiori, abbiamo dovuto subire una Regina George” è solo una mezza verità.
La verità intera? Eccola: “Tutte, alle superiori, siamo state la Regina George
di qualcun'altra”. E abbiamo fatto benissimo, eh.
Perché le
adolescenti americane sono mollaccione come il burro d’arachidi che ingurgitano
a chili, e reagiscono alle prime pressioni sociali con autolesionismo,
fanatismo religioso e stragi scolastiche. Ma le adolescenti italiane – le ex
noi – no. Altra tempra, proprio. A quelle al massimo puoi provocare una
lacrimuccia, ma solo dopo una lunga serie di insulti creativi. Per le ragazzine
nostrane, la Regina George di turno è una manna dal cielo. È lei che ti fa
scattare il vado in palestra/vado dal dermatologo/vado a rifarmi ‘sto
guardaroba, va.
In sostanza,
Regina George è la carnefice che ti salva da te stessa.
E quindi
poco importa se si mette proprio col ragazzo che piace a Lindsay-Cady, se la
definisce “aborto della giungla”, se le mette contro tutte le altre Plastics:
dopo l’incontro con Regina, Cady inizia a vestirsi come Dio comanda. E basta,
win.
La morale di
Mean Girls, secondo Mean Girls: Dire che uno è grasso non
ti fa dimagrire, dire che uno è scemo non ti rende più intelligente.
La
morale di Mean Girls, secondo una vera Mean Girl: Dopo dieci anni, le ferite dell’adolescenza
scompaiono. E se hai avuto la fortuna di scontrarti con un branco di stronze,
sono scomparsi anche baffi, monociglia e abiti in fibra sintetica.
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