Quando
ero alle elementari, ero innamorata di un mio compagno di classe. In realtà
eravamo innamorate in molte, eh. La cosa era abbastanza destabilizzante per il
povero Gianluca: immaginate 5 ottenni che ogni giorno cercano nuovi modi per
avere un contatto fisico che porti al matrimonio nel cortile della scuola. Io
una volta arrivai a bloccargli il polso per dargli un bacio. Sull’orologio.
Tutto
questo è niente in confronto a quello che fa Lucia, Francesca Inaudi, per
conquistare il suo primo amore. In sostanza, Lucia ama Paolo, ossia Giampaolo
Morelli (e io non commenterò l’idiozia e la cecità totali che possono portare
una donna a preferire Scamarcio a Morelli, 185 cm di uomo sormontati da quegli
occhi azzurrissimi e da quel naso importante, e dalle mie parti si dice “naso
che abbonda, picchio che sfonda”). Paolo è il suo migliore amico da quando sono
bambini, lei lo ama da quando è un cicciobombo cannoniere e non ancora
morellizzato. Lui, ovviamente, non lo sa, come non lo sa Maria, Gabriella
Pession, migliore amica di Lucia, che, una volta diventato figo, non solo se lo
fa, ma si fa anche promettere che se la sposerà. Una persona normale al posto
di Lucia se la farebbe passare, no? Certo, se non fosse che Paolo a un certo
punto se la tromba, mandando alle ortiche le teorie maxpezzaliane su regole
dell’amico che non sbaglian mai e confermando la legge per cui un uomo, anche
quando dovrebbe, non riesce proprio fisicamente a tenersi l’uccello nei
pantaloni. Gli uomini possono andare sulla luna, montare a neve gli albumi e
financo programmare una lavatrice. Ma tenersi su le mutande quando hanno già
una ragazza no. Vi danno fastidio addosso? Compratele più grandi.
Detto
questo, potreste voi biasimare Lucia, che pur di prendersi Paolo arriva a
pagare Antonio, Riccardo Scamarcio, per fargli conquistare Maria? Si, lo so, è
una stronza, gli uomini delle amiche sono più intoccabili dei paria, ma pensate
se fossero state sorelle. Visto, siete
già più indulgenti. E poi, se non si incazza Maria, che diritto ne avete voi? (sì,
lo so, è fantascienza. Una donna normale scatenerebbe una serie di torture che
non cesserebbero manco se Amnesty raccogliesse le firme dell’intera popolazione
dell’Asia)
Voi
vi chiederete come possa Lucia convincere l’amica a mollare il fustone per il
mezzo fustino. Semplice: istruisce Antonio sui gusti di Maria, modellandolo
fino a farlo diventare il suo uomo ideale. Ed è qui che io, nonostante mi
piaccia questo film, mi incazzo come un bufalo delle praterie: 90 minuti a
farci credere che sì, milioni di donne con relazioni disfunzionali in cui
cercano di cambiare il partner hanno una speranza di riuscita, e poi negli
ultimi 5 minuti tutto in vacca, con [SPOILER] Lucia che scopre che in realtà
non vuole Paolo, ma Antonio così com’è, original version insomma.
In
conclusione, il film mi piace per tutta una serie di motivi: da Morelli, al
fatto che la protagonista fa il mio mestiere – se ve lo state chiedendo lavora
in un’agenzia di pubblicità – ed è sempre buffo vedere la versione fiction del
proprio lavoro (e qui mi immagino il calvario di pompieri, poliziotti e
avvocati, che da decenni non hanno tregua), dal suo essere un film prima & dopo, all’essere ambientato nella città in cui vivo, ossia Milano. Quindi
per una serata senza impegno va più che bene.
C’è solo una cosa che non perdonerò mai e poi mai al
regista, e che mi ripeto ogni volta come un mantra per tutti i 95 minuti di
film: perché, perché, PERCHÉ hai girato “3 metri sopra il cielo”?
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