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lunedì 24 settembre 2012

Mad in Italy. Paura 3D e Tulpa @FrightFest

Partiamo da un presupposto: già la definizione di "Spaghetti Horror" io l'ho sempre trovata molto offensiva. Voglio dire, ce li vedete film come Inside o La horde che si fanno chiamare "Baguette Horror"? Li avreste guardati con gli stessi occhi, se vi fossero stati presentati come "Escargot Horror"? Non credo.
Ecco, avete capito il concetto. Già categorizzare l'horror italiano affiancandolo alla cucina tipica mi pare una mossa di discredito. Come faccio a lasciarmi coinvolgere da sangue e squartamenti, se già l'espressione "Spahetti Horror" mi rimanda all'immagine di Sordi in canotta, che si abbuffa di pasta?
Certo, Shakespeare ci insegna che una rosa è una rosa anche con altro nome. Ma io lavoro in pubblicità e quindi questa cazzata non me la bevo.

Campanilismo lessicale a parte, che dire: gli stranieri c'hanno ragione eh. Al FrighFest l'Italia non ha certo brillato. E non ha brillato per una ragione molto semplice: il buon Tulpa di Zampaglione non è riuscito a far dimenticare il pessimo Paura 3D dei Manetti Bros. Ragazzi tanto simpatici, per carità. Giustappunto, la compagnia ideale per il famose du spaghi, ma non per il famme invocà la mamma.
Ma vediamo il perché - il perché la platea dopo un po' ha smesso anche di ridere, e si è ritirata in un silenzio di sconforto.



Paura 3D, l'Italian Shame.

Iniziamo con gli aspetti positivi? Facciamo subito, ce ne sono solo due.
1) il film si apre con una cupa voce fuoricampo che introduce i fatti, scelta in cui io ho visto una grandissima citazione di Mr Argento: "Jennifer, dal Nuovo, era giunta nel Vecchio Mondo. E quella sarebbe stata la sua prima, memorabile notte nel pensionato femminile Richard Wagner". Tratto da Phenomena, ovviamente. E certo che lo so a memoria, che domande.
Se poi questa anziché una citazione si scopre essere una semplice coincidenza, le cose belle di Paura 3D si riducono a una:
2) lo SPUNTO della sceneggiatura. Ci tengo a chiarire: solo lo SPUNTO, perché la sceneggiatura in sé è incommentabile. Ma la stessa storia, messa in mano a qualcuno che sa fare il suo lavoro poteva dare vita a un bel film.
Questo lo SPUNTO: riccone insospettabile tiene segregata nella cantina della sua villa una giovane donna, che poi si scopre esser stata rapita da bambina e aver sviluppato una classica sindrome di Stoccolma. Ovviamente dicendovi questo vi sto spoilerando tutto il film, ma fatemi capire: avevate mica intenzione di guardarlo?
Alcuni dettagli aggiuntivi per scoraggiarne la visione: la soundtrack di questo - ricordiamolo - HORROR è affidata al RAP. RAP fatto in ROMANESCO. La platea del FrighFest era composta al 90% da inglesi, fortunelli loro. Ma io, che Dio mi protegga, io ho capito tutto. E quella roba stava in un horror come l'olio di fegato di merluzzo sta sulla Nutella.
E poi, gli attori. Gli attori - escludendo Servillo, a cui probabilmente hanno rapito un parente per costringerlo a recitare in questo film - sono dei cani. E sono sicura che leggendo ciò parecchi chiwawa si riterranno offesi. Considerate che Paura 3D è stato proiettato in lingua originale, per cui gli inglesi non hanno potuto cogliere questo "dettaglio". E ciò nonostante sono rimasti basiti sulle loro poltroncine. Fate un po' voi.


E poi, per fortuna, c'era Tulpa.


Tulpa, l'Italian Pride.

Se il nome di Federico Zampaglione vi evoca solo versi come "Perché siamo due destini che si uniscono", aggiornatevi. E aggiornatevi con questo.
Zampaglione, come ogni psicopatico che si rispetti, è passato dritto dritto dalla musica melensa al cinema horror. Che Dio lo benedica. Perché senza Tulpa - la sua seconda opera macabra - l'Italia sarebbe uscita dal FrighFest come esce la moda americana dalle puntate di Beautiful. Una merda, appunto.
Ora, non sarà Tulpa che ci farà tornare agli anni ruggenti di Dio Dario, ma è un primo passo in tal senso.
Trama: Lisa - Claudia Gerini - è un'impeccabile donna in carriera che la sera, come anti-stress, si reca nell'esclusivo club Tulpa per fare sesso con perfetti sconosciuti. E già qui, io annuivo con comprensione. Ma il sesso con Lisa si scopre letale: tutti i suoi amanti - uomini e donne, perché le scene lesbo ci stanno sempre bene - finiscono assassinati. Al che Lisa inizia a investigare eccetera eccetera. Un bel giallo con tocchi splatter da maestro. La mia morte preferita include una giostra e del filo spinato, per dire.
E il colpo di scena finale, se non è proprio all'altezza di Profondo Rosso, almeno ci si avvicina parecchio.
Quindi voi direte, perché non stiamo gridando al capolavoro? Eh. Perché Zampaglione un errore l'ha commesso. E anche grande, considerata la platea che aveva di fronte: ha fatto recitare tutti in inglese. E lo sapete, come noi italiani parliamo inglese. The killer is on the table, in pratica. Per cui magari durante una scena tesissima ci scappava la risata alla prima sillaba, e tutto si ammosciava.
Un vero peccato, ma un peccato a cui si può ancora rimediare con un bel doppiaggio dell'ultimo momento. E speriamo che, per quando arriverà nelle sale, Tulpa ci faccia aprire bocca solo per urlare.

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