Caro Ruggeri, te lo svelo io, Quello che le donne non
dicono: che “Fai come vuoi” sta per “Sei morto”; che “Sono ingrassata” non è
un’affermazione: è una domanda, e prevede come uniche risposte accettabili “Ma
no amore, sei bellissima come sempre / non ti ho mai vista più magra di così /
Kate Moss si masturba guardando tue foto in lingerie”; e, ovviamente, che “Sei
la donna che ammiro di più al mondo” equivale alla minaccia “Ti ruberò
carriera, uomo, amici e pure i vestiti. Bitch”.
Premettiamo: le donne fanno le stronze anche con gli uomini,
eh.
Solo che dopo un po' chiunque si stanca di fare il bullo col
ciccione che soffre d’asma o giocare a Fifa col nonno miope. Ecco, quando una
donna sente il bisogno di confrontarsi con qualcuno alla propria altezza, ciò
che ne deriva è "Eva contro Eva".
Forse l’unico caso nella storia del cinema in cui il titolo
italiano è migliore dell’originale “All about Eve”. Perché il capolavoro in
questione proprio di questo tratta: dello scontro tra due primedonne, due Eve
per l’appunto.
Come dite? Di “Eve” al plurale non c’è traccia nello Zingarelli?
Bravi, avete colto il punto. Perché la storia dei due galli nel pollaio è
niente: provate a mettere due api regine in un alveare, e poi forse avrete
un’idea di cosa significhino i termini “competizione”, “primeggiare” e “spacco
bottilia, ammazzo familia”. Due donne, se appena appena dotate di più
personalità di una lattuga scondita, possono coesistere nello stesso ambiente solo
se mai.
Margo in "Spacco bottilia, ammazzo familia!" |
Questa, in sintesi, la morale di “Eva contro Eva”. Morale
didascalica per le donne, incomprensibile per gli uomini. Che di fronte a
questo cult si dividono in due categorie: quelli che si addormentano dopo tre
quarti d’ora di sbadigli e gli esperti di cinema che “uh, Mankiewicz,
uh, Bette Davis, uh, i dialoghi” ma poi continuano a stupirsi se la loro
ragazza, in presenza di altre donne, alza la gambetta tipo cane e si mette a
segnare il territorio.
Ma torniamo alla trama. C’è Margo Channing
che, esattamente come la Bette che la interpreta, è in sintesi una dea: drama
queen dentro e fuori dal teatro, venerata dal pubblico e pure dal privato, vive
un’esistenza praticamente perfetta. Troppo, per non far gola alla prima
sciacquetta che passa. E la prima a passare è appunto Eva: giovane senza arte
né parte, che riesce a intrufolarsi in un lampo nella vita di Margo. Come?
Usando come piede di porco l’unico punto debole di una donna: l’adulazione. E,
con uno sguardo sottomesso qui e un complimento esagerato là, Eva passa dritta
dritta dal ruolo di groupie a quello di coinquilina tuttofare del suo idolo. E
in effetti, al suo idolo, le farà di tutto: dal rubarle la migliore amica al
tentare di sedurle l’uomo. Tutto per ottenere la cosa più preziosa: il ruolo di
primadonna sul palcoscenico.
Se Eva riuscirà nel suo intento, o già lo sapete o non sarò
certo io a spifferarvelo. Il punto è un altro: se niente come l’adulazione può
ingannare una donna, è anche vero che nulla può gettarla nella disperazione più
della giovinezza. Quella altrui, naturalmente. Si, perché alla fine l’unica
superiorità di Eva consiste nell’avere qualcosa in meno: 20 anni, per la
precisione. Stringi stringi, è questo che rode a Margo: di uomini se ne trovano
tanti, di amiche false pure, e alla fine ci sono abbastanza teatri per tutte, a
questo mondo. Ma la giovinezza. Quella è proprio una cosa che se tu ce l’hai e
io no…meglio che cambi marciapiede quando mi incontri. E sapete qual è la cosa
peggiore? Che poi è anche il finale del film, e pace per lo spoiler? Che non
importa quanto in fiore siate: ci sarà sempre – SEMPRE – qualcuna più giovane
di cui diffidare.
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