2012: una nota casa farmaceutica pensa bene di pubblicizzare
le proprie compresse contro il mal di testa tormentandoci con un’inglesina
dolorante di nome “Molly”. Ed è probabilmente per questo sacrilegio, che ci
meritiamo le gufate dei Maya.
1986: Molly Ringwald e gli Psychedelic Furs inaugurano il
next level della chick flick. Dopo la visione e l’ascolto di “Pretty in pink”,
basta: les jeux
sont faits, potete anche chiudere con il genere, tanto ne avete conosciuto il
non plus ultra. Sempre che consideriate
ineguagliabile lo stile, la musica e l’attitudine degli anni ‘80 – ma questo,
bontà di Dio, lo darò per scontato.
Trama? Trama: Andie, una ragazza che ai giorni nostri sarebbe definita
“un’alternativa”, si innamora – ricambiata – di Blane, quello che sempre ai
giorni nostri verrebbe definito “un fighetto”. Ma siamo negli anni ’80, e
allora le etichette parlavano papale papale; per cui: Andie è una ragazza
povera che si innamora di Blane, un ragazzo ricco. Naturalmente la società,
incarnata dai rispettivi amici, non approva l’unione. E così i due protagonisti
vedranno il loro amore messo a dura prova e bla bla bla: non è questo il punto.
I punti sono tre:
1)
vestiti;
2) colonna sonora;
3) James Spader.
“Pretty in pink”, stringi stringi, è pioniere di quel genere che da qui in poi chiameremo “Style Porn” – quel genere portato al sublime da “Il diavolo veste Prada”, per intenderci. Per tutto il film ammireremo Andie che, estrosa e brava con ago e filo, realizza outfit da squirting – tranne poi riservarci una caduta di stile totale nel momento in cui si presenta al Ballo. Ma siamo pur sempre negli anni ’80, quindi è tutto grasso che cola.
Per cui, mentre sullo schermo succedono varie cose, noi
siamo impegnate a guardare i vestiti. Ma non così distratte da non notare la bellissima
soundtrack. Uno schema che potremmo riassumere così: Psychedelic Furs – orecchini rosa – pizzo
rosa - Psychedelic Furs – dialogo – altro dialogo - Psychedelic Furs – abitino
rosa – gilet a fiori (rosa) - Psychedelic Furs – Ballo di fine anno.
Il tutto, ovviamente, punteggiato dal commento “Ma…cazzo…pigliati
Spader!”. Davvero, nessuna donna ha mai capito perché diamine Andie respinga le
sue avances, preferendogli l’insulso Blane. Io guardo questo film una volta al
mese più o meno da dieci anni, e questo quesito mi tormenta ancora. Per cui ora
fate una bella cosa: godetevi questi 96 minuti di purissimo chick flick. E poi
illuminatemi voi, se ci riuscite.