In ordine sparso? In ordine sparso.
1) Già in generale il "prendiamo un
classico della letteratura e famolo moderno" nasconde in sé il germe
dell'epic fail. E questo filmetto ne è la prova più lampante:
Shakespeare non si starà rivoltando nella
tomba in quanto come suo solito avrà rubacchiato da qualcun altro la trama de
"La bisbetica domata". Ma sono sicura che questo qualcun altro avrà
maledetto tutti i coinvolti: dal regista al ragazzo che portava le pizze sul
set. Insomma, l'adattamento agli anni '90 non regge manco per dieci minuti. Vi
dico solo che tutto parte da un padre apprensivo che impone alle due figlie una
nuova regola: potranno uscire la sera solo se entrambe troveranno qualcuno con
cui farlo. Uhm. Astuta, questa regola. In effetti le ragazze saranno molto più
al sicuro, se anziché rischiare la molestia individuale andranno incontro a un
bello stupro di gruppo.
2) Se è il soggetto è adattato male, i
dialoghi sono scritti peggio. Ho perso il conto di quante volte viene
sottolineato che una delle due sorelle (Bianca) è amata e popolare e l'altra
(Kat) è asociale e bisbetica. Capito? BISBETICA. Come nella commedia di Willy.
Eh? EH?
3) Non c'è ritmo. Probabilmente
all'ultimo momento il montaggio del film sarà stato affidato a una scimmia
ubriaca.
4) La scimmia di cui sopra deve essersi
data molto da fare anche con la colonna sonora. Pezzi che presi singolarmente e
disinfestati da "Dieci cose che odio di te" potevano anche essere
gradevoli, ammassati qui su scene a caso contribuiscono alla sensazione di
"Hey, ma questo film è proprio fatto a cazzo di cane!".
5) So che erano giovani e inesperti, so
che avranno avuto bisogno di soldi e di farsi vedere in giro, ma non posso fare
a meno di scuotere il capo di fronte a Joseph Gordon-Levitt e Heath Ledger
coinvolti in questo scempio.
6) La faccia di Bianca, non aggiungo
altro: tale Larisa Oleynik, andate a cercarvela su Google Immagini.
7) Tutto nasce da un inganno, ma poi
l'amore trionfa. Originale. E si, lo so che il 70% della chick flick si basa
sulla stessa struttura, ma che diamine: almeno negli altri film ci sono dei bei
vestiti. E infatti:
8) ora, lo so che siamo nel 1998. Che
quella è stata una decade da trattare coi guanti per quanto riguarda lo stile.
Però c'è modo e modo: in "Dieci cose che odio di te" non c'è la
minima attenzione al look delle interpreti e questo, scusate, ma per un film da
femmina è una cosa imperdonabile. D'altra parte, c'è una giustificazione:
impegnata tra montaggio e colonna sonora, la nostra scimmia ubriaca avrà avuto ben
poco tempo da dedicare allo styling.
9) Dal trailer mi sembrava bello e mi
sento brutalmente ingannata.
10) Se qualcuno si accostasse al genere
chick flick guardando "Dieci cose che odio di te", non solo
continuerebbe a non avere idea di cosa si tratta, ma probabilmente si
rifugerebbe a vita nella filmografia di Terrence Malik. Quindi: Livia, lascia
stare.
Nessun commento:
Posta un commento