Non
mi ricordo la prima volta che mi capitò sottomano “Harry ti presento Sally”, probabilmente
era in uno dei vari passaggi tv. Ricordo però quando l’Espresso e Panorama
buttavano fuori vhs come se non ci fosse un domani, e tra questi c’era quello
che è probabilmente l’unico film da femmine che gli uomini non si vergognano di
ammettere di apprezzare. Io quella cassetta non lo so quante volte l’ho vista. La
scena del diner con una delle battute più epiche mai scritte, o quando guardano i film insieme per telefono – che io lo so che da qualche parte c’è quello che
mi chiamerà per vedere insieme “Via col vento”, e a quel punto ciao,
raccoglietemi col cucchiaino – o quando lui la chiama cantandole, per l’appunto, “chiama”, perché vuole far pace, e sa che la cosa più difficile per
una donna che abbia passato l’età dello sviluppo non è imparare a usare gli
assorbenti interni, ma contattare l’uomo che le piace per prima.
Non
mi metterò a fare l’elenco dei film che ha scritto e/o girato, perché in questo
blog si parla di chick flick, e secondo voi le opere di quella che è la mamma
del genere non avranno il loro bel post?
Io
qui voglio ringraziarla. Perché ogni volta che lei ha fatto dire e fare ai suoi
personaggi maschili quello che noi donne sogniamo da una vita di sentire e
ricevere, lei ci ha fatto alzare l’asticella dei rapporti. Ora, non
fraintendetemi, non è che se una è picchiata dal marito e vede un film della
Ephron, ha un improvviso rigurgito di amor proprio e va a denunciare il
bastardo, perché lì ci sono di mezzo altri fattori, sociali, privati, culturali.
Ma
se è vero che siamo ciò che vediamo, allora lei ci ha mostrato che potevamo, e
dovevamo, essere più felici. Ha fatto quello che fanno le amiche, ossia farci
capire, anche a suon di insulti, che meritiamo di meglio, che si tratti di un
uomo, un lavoro, un secondo al ristorante. E lo ha fatto senza incontrarci
nemmeno una volta nella vita.
Grazie
Nora. Se esistesse un siero capace di creare degli zombie che mantengono le
capacità intellettive ed emotive, saresti la prima a cui lo inietterei.
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