C’è questo spot, che io considero un capolavoro per vari
motivi: primo fra tutti, per il fatto che nonostante lo abbia visto una
cinquantina di volte riesce ancora a farmi ridere come il dr. Hibbert dei
Simpson. Si tratta dello spot per un festival di cinema indipendente di Buenos
Aires, e insomma guardatevelo:
Ecco io, quando si parla di Shining, mi sento esattamente
così: come quello che guarda il gatto, poi guarda gli altri in lacrime, poi
riguarda il gatto, e non capisce se a essere coglione è lui o il resto del
mondo.
Ora, siccome già mi vedo orde di studenti del DAMS che
organizzano pulmini Bologna-Milano per venire a picchiarmi – abbandonando così
le loro abituali occupazioni quali fumare, pogare all’Estragon e chiedere
spicci in via Zamboni - cercherò di spiegare meglio il mio punto di vista.
A me Shining, nel complesso, non è che dispiaccia.
Ovviamente ha una regia spettacolare, interpreti pazzeschi, trama interessante.
Insomma, come film è un gran bel
film. È come horror, che mi lascia annichilita. Voglio dire: ma l’horror, qua,
dove lo vedete? Non è che basta mostrare un po’ di sangue – ok, un bel po’
di sangue – per rientrare nella categoria, eh. Si, l’ascensore si apre e
riversa litri di vernice rossa nel corridoio…e quindi?
“Eh, ma - dicono - non è tanto quello che si vede, è
l’atmosfera a essere super inquietante ecc. ecc.”. E io, di nuovo, mi ritrovo a
fissare un gatto con la pipa.
Questa atmosfera inquietante, in quali fattori dovrei
trovarla, di preciso? Analizziamo.
Inquietudine da Jack Torrence&Co.
Seriamente: vi stupisce il fatto che Jack
vada fuori di testa? Abbiamo un marito scrittore fallito, una moglie succube e un
figlio che parla col proprio indice: e vogliamo dare la colpa al cimitero
indiano, se le cose vanno a finire male?
No, la vostra paura non può chiaramente
derivare da un colpo di scena. Anche perché oh, non dimentichiamoci la faccenda
dell’ultimo guardiano, spoilerata prima ancora che la famiglia tolga i bagagli
dall’auto: nella prima mezzora, non solo sappiamo già di trovarci di fronte a
un terzetto psicologicamente instabile, ma sappiamo anche che in quell’albergo
si finisce per massacrare i propri consanguinei. Quindi…tecnicamente…durante
il film non facciamo altro che aspettare qualcosa che di sicuro avverrà? Uhm. Si:
son cose davvero inquietanti, le certezze.
Inquientudine da gemelline
Si, sono morte. Si, sono apparizioni paranormali. Si,
vogliono che Danny vada a giocare con loro per sempre. Ma che diamine, sono
solo due bambine che si tengono per mano! Cosa c’è che vi sconvolge tanto,
premesso che siamo all’interno di un albergo diabolico e che sappiamo che il
marmocchio ha una vista particolarmente ricettiva per queste cose? È una
semplice citazione, per altro di una delle fotografe più amate dai soliti studenti del DAMS. E, soprattutto: queste due non fanno un cazzo. Si limitano
ad apparire. Non urlano, non cercano di uccidere, non devastano, non fanno
niente che non sia starsene in mezzo al corridoio. Beh, scusate, ma io da un
fantasma esigo, in assenza di un aspetto terrificante, quanto meno delle azioni
che non ti aspetteresti anche da Gandhi.
Inquietudine da location
Vabbè,
qua alzo le mani. Magari dove vivete voi l’idea di trascorrere mesi su una
montagna innevata, con una dispensa stracolma di ogni ben di dio, in santa pace
e senza nessuno che vi fracassi le palle dalla mattina alla sera può sembrare
qualcosa di poco auspicabile. Viceversa, vivendo a Milano, io mi imbatto
quotidianamente in inquinamento atmosferico, inquinamento acustico e inquinamento
antropologico, a livelli tali che alle 9.30 arrivo al lavoro già con l’ascia in
mano. Altro che Jack e il suo “Wendy I’m homeee!”. Per cui, questa inquietudine
da claustrofobia io non posso proprio capirla: a me quel posto pare molto
simile al paradiso. Al paradiso nella giornata di blocco del traffico, che è il
massimo che posso dire
Però ecco, alla fine di tutto, devo ammettere una cosa:
forse la mia visione di Shining è un po’ influenzata da un dettaglio.
Che Danny
si ritrova una faccetta da cazzo che ti mette voglia di massacrarlo nei primi
dieci minuti di film. Quel marmocchio saccente, psicolabile e luccicante.
sei un grande. mentre venero come te lo spot del gatto, non sono d'accordo sulla tua opinione di shining. ma poco importa:ogni tanto ci vuole qualcuno che dice che il re è nudo, e tanto kubrick come regista quanto shining come film sono decisamente sopravvalutati. amen.
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